DISPOSITIVO DELLA SENTENZA DEL GUP DI BUSTO ARSIZIO DEL 20.09.2007

DISPOSITIVO DELLA SENTENZA DEL GUP DI BUSTO ARSIZIO DEL 20.09.2007
PIENA ASSOLUZIONE DEI REATI CONTESTATI BANCARI A DOM ROSARIO POIDIMANI

domenica 24 gennaio 2010

SENTENZA DI PROSCIOGLIMENTO DI DOM ROSARIO POIDIMANI DA PARTE DEL GUP.


Durante la trasmissione televisiva di "MI MANDA RAI TRE" il Vianello non lasciava chiarire all'avvocato del Chiarelli che il Poidimani per quanto riguardava i reati bancari era stato gia' assolto dal GUP di Busto Arsizio durante l'Udienza Preliminare del 20 Settembre 2007, come risulta dal Dispositivo qui riportato.
Certamente il chiarimento avrebbe in parte fatto perdere l'interesse al programma televisivo e pertanto era giusto, secondo il Vianello, non lasciare concludere il discorso al legale del Chiarelli, che veniva interrotto nel momento opportuno per poter chiarire alcune cose di quel processo.
Prossimamente verranno pubblicati vari Atti Processuali che denotano il comportamento controverso del Chiarelli risultante dai documenti ufficiali e dunque assolutamente veri e non contestabili.
Come gia' annunciato, da parte della difesa di Dom Rosario Poidimani sono in corso accertamenti nei confronti del Chiarelli per i quali sara' presentata ulteriore Denuncia che fara' sicuramente scalpore!

domenica 17 gennaio 2010

VITTIMA O CALUNNIATORE? A VOI L'ARDUA SENTENZA!

VITTIMA EMILIANO CHIARELLI, ATTORE DI MI MANDA RAI 3 o SAR DOM ROSARIO POIDIMANI,PERSONA INSULTATA DA VIANELLO E CHIARELLI PER ARRIVARE A 3.098.000 TELESPETTATORI ?

Si riportono alcune testimonianze tratte dagli atti giudiziari e rese da Emiliano Chiarelli nelle diverse sedi e precisamente avanti le telecamere di Mi Manda RAI 3, avanti la Guardia di Finanza di Gallarate nei diversi interrogatori e per ultimo avanti il Tribunale Penale di Busto Arsizio in sede dibattimentale.

I lettori certamente sapranno giudicare leggendo tutte le varie ed incredibili contraddizioni esistenti nelle varie deposizioni del Chiarelli.

Ma ancor piu’ grave è stato il comportamento del giornalista e conduttore Vinello durante la trasmissione di Mi Manda RAI 3 il cui contenuto e le varie contestazioni vengono riportate negli atti che qui di seguito troverete.

Ai posteri l’ardua sentenza!

FATTI:


In data 14 Maggio 2008 il legale di Dom Rosario Poidimani, Avv. Mario Allegra, veniva contattato dalla Redazione della trasmissione “Mi manda RAI TRE” rivolgendo l’invito a che Dom Rosario e lo stesso legale partecipassimo alla trasmissione che avrebbe avuto luogo nella serata del successivo giorno 16.

Motivo dichiarato della trasmissione avrebbe dovuto essere le contestazioni rivolte da alcune persone circa lo status di legittimo successore alla Corona del Portogallo e, conseguentemente, del valore di atti amministrativi intestini e propri della Real Casa.

In studio a Roma, ove si sarebbe svolta la trasmissione, ci sarebbe dovuto essere una o più persone che avrebbero messo in dubbio la legittimità della successione dinastica.

Alla richiesta rivolta dal legale, anche a mezzo fax, di conoscere anticipatamente il nome delle persone che sarebbero state presenti, al fine di predisporre una opportuna documentazione in risposta alle domande, la redazione si rifiutava di fornirlo, garantendo, per altro, che la trasmissione si sarebbe tenuta nel rispetto della libertà offerta a Dom Rosario di far presente le proprie ragioni in un contesto sereno ed obiettivo.

Solo in presenza di tale affermato principio di correttezza professionale Dom Rosario, ed il proprio legale avv. Allegra, ha accettato di partecipare alla trasmissione. La RAI provvedeva così a predisporre il collegamento in diretta dagli uffici di Dom rosario in Vicenza.

La persona ospite della trasmissione, condotta dal signor Andrea VIANELLO, altri non era che tale signor Emiliano Chiarelli, parte civile e teste nel processo penale in fase dibattimentale presso il Tribunale di Busto Arsizio.

Il Chiarelli era accompagnato dal proprio avvocato.

Il Chiarelli durante il dibattito televisivo, spalleggiato in questo dal signor Vianello, si esibiva in ricostruzioni del tutto false dei fatti accaduti, cercando di attribuire verosimiglianza a quando andava dichiarando con il solo scopo di diffamare pesantemente Dom Rosario.

Contrariamente a quanto affermato dalla redazione della trasmissione, nessuna possibilità è stata data a Dom Rosario di controbattere alle dichiarazioni del tutto contrarie al vero che si sono andate via via sciorinando.

Ebbene, tutte le affermazioni del Chiarelli e gli sproloqui del Vianello sono del tutto falsi.

A riprova di ciò, è possibile verificare, dagli Atti Giudiziari il testo di tutti gli interrogatori del Chiarelli resi alla Guardia di Finanza di Gallarate e delle 2 denunce che il Chiarelli ha depositato presso la Procura della Repubblica di Busto Arsizio dove di quanto narrato in trasmissione non vi è traccia alcuna, come pure la trascrizione dell’Udienza del 16 Aprile 2009 relativa all’interrogatorio di Chiarelli Emiliano, il cui contenuto non ha bisogno di alcun commento e per i quali motivi è stata presentata in data 28 Maggio 2009 una Denuncia contro lo stesso per l’ipotesi dei reati di Falsa Testimonianza e concorso in tutti i reati addebitati all’ex direttore della Banca CARIGE di Gallarate, nonché per altre ipotesi di reati eventualmente contestabili durante le indagini. Di detta Denuncia verranno qui pubblicati alcuni interessantissimi stralci degli Atti processuali.

Nessuna prova di quanto affermato è stata prodotta perché non lo poteva essere in quanto i fatti narrati, come già ho detto, sono del tutto contrari alla verità.

Per altro il Vianello, anziché esercitare un controllo puntuale e preciso sui fatti narrati dal Chiarelli, come la professionalità dovrebbe imporre soprattutto se quanto affermato viene trasmesso da una emittente del servizio pubblico, ha preferito lo scandalo grossolano ai soli fini di aumentare gli indici di ascolto, come realmente accaduto, 3.080.000 dichiarati dall’Auditel della RAI, in danno della verità ed in spregio ad ogni deontologia.

Appare per altro chiaro il dolo del presentatore quando fa affermare che la trasmissione sarebbe stata condotta in termini civili, con la richiesta continenza verbale, lasciando a Dom Rosario il tempo necessario per chiarire i fatti che sarebbero stati esposti. Tanto che persino il proprio legale, che parimenti presenziava alla trasmissione, è stato impedito di intervenire compiutamente.

Alla fine si è trattato di un autentico agguato mediatico scientificamente e dolosamente predisposto e attuato.

Si riportono qui di seguito alcune tra le frasi maggiormente diffamatorie per le quali e’ stato dato mandato al legale di Dom Rosario di procedere nelle Sedi Civili per Diffamazione Aggravata per tutti i danni morali, materiali, esistenziali subiti e subendi, particolarmente per la pubblicazione, PERSISTENTE, della trasmissione su YOUTUBE:

-Vianello nella presentazione del programma afferma: “…perché parleremo di trono, di erede al trono,di real casa, insomma di un mondo nobiliare pero’ che è costato molto caro al cittadino che sta per entrare e raccontare la sua storia”.

-Vianello a Chiarelli: “…la sua vita ha una doppia faccia, c’è un primo periodo molto felice e poi quello che stiamo per raccontare che invece ha trasformato tutto in qualcosa meno felice” Com’era la sua vita prima del 2003?

Chiarelli: “…la mia vita era quella di un imprenditore normalissimo che lavorava quotidianamente viveva una vita agiata e Vianello:” …che faceva che impresa aveva” e Chiarelli: “ … un’impresa di costruzione con mio padre, vari operai…e vivevo una vita normale serenissima …avevo un buon reddito…comunque ero un ragazzo che a 25 anni viveva una vita superiore alla media dei ragazzi che sono dei dipendenti avevo degli ottimi guadagni stavo bene avevo tante cose di mia proprieta’…vivevo benissimo non mi mancava nulla assolutamente .”

Contestazioni:

1) Querela del 4 maggio 2005, pag. 2, : afferma il Chiarelli:

“Nel luglio 2004, l’Esatri Spa procedeva nei confronti di mio padre per un recupero del credito, avente titolo nell’omesso pagamento di alcune cartelle esattoriali, per un importo di euro 29.000 circa, somma questa a garanzia della quale era stata iscritta ipoteca pari al doppio su un immobile sito in Ferno, al civico 12 di Piazza Dante.

Nel cercare la persona più adatta per trattare la questione, alcuni conoscenti mi indicavano tale

Gervasi Ugo, da Nebbiuno –individuo che peraltro conoscevo di vista- come il soggetto in grado di gestire la posizione debitoria presso l’Esatri, al fine di dilazionare il debito dovuto, estinguere l’obbligazione e, in tal modo, non patire la vendita dell’immobile.

Quegli, dopo avergli riferito la necessità suddetta, per non avere mio padre il denaro sufficiente per estinguere il debito, si dichiarava disponibile …”.

2, Verbale del 29 luglio 2005, pag. 2, : dichiara ancora il Chiarelli:

“In merito alla denuncia da me presentata presso la Procura della Repubblica di Busto Arsizio confermo quanto esposto nella stessa. In particolare nel corso del mese di luglio 2004 mio padre Giovanni, anche lui artigiano edile e titolare di una ditta individuale, riceveva dall’ ESATRI S.P.A. delle cartelle esattoriali relative a tasse e multe non pagate per un totale di euro 29.000. La stessa ESATRI a garanzia di tale somma ha proceduto all’iscrizione di una ipoteca, per il doppio di tale importo, su in immobile di proprietà di mio padre… Per saldare il debito con l’ESATRI un mio amico di Gallarate, tale ORLANDI Pietro, mi consigliò di rivolgermi ad un suo conoscente, tale sig. Gervasi Ugo...”.

3, Verbale del 29 luglio 2005, pag. 4: continua ancora il Chirelli:

“Nel corso del mese di dicembre 2004 il Gervasi mi comunicò che sul mio conto della Banca Carige ero scoperto di 85.000 euro oltre il fido. Per rientrare di questa somma ed appianare i debiti lo stesso mi propose di fare un mutuo con ipoteca sull’ appartamento di proprietà di mia madre sito in Nemoli, per un importo di 180.000 euro, tramite sempre la predetta Banca Carige.Io accettai tale proposta, ma nel corso del mese di dicembre, mentre mi trovavo in vacanza a New York, il Gervasi mi contattò dicendomi che non era possibile accendere un mutuo sull’immobile in questione perché sullo stesso gravava già una ipoteca iscritta dalla società di riscossione tributi SEM S.P.A.. “.

4, Udienza del 16 aprile 2009, pag.71-72, :

Avv.Fabbri: riguardava suo papà. Lei invece non aveva delle difficoltà economiche?

Chiarelli: no.

Avv.Fabbri: signor Presidente, chiedo scusa, volevo chiedere al teste su una corrispondenza che nel mio allegato f, che ho chiesto gentilmente alla signora di procurare, risulta il numero 10 ed è lettera del giorno 13 agosto 2004 inviata dalla Banca Popolare di Bergamo al signor Chiarelli Emiliano. Faciamo vedere anche prima al Presidente gentilmente.

PRESIDENTE.: risponda, faccia la domanda, intanto noi vediamo il documento.

Avv. Fabbri: è allegato numero, 10 ed è una lettera del 13 agosto 2004 con la quale la Banca Popolare di Bergamo le richiede il rientro per un assegno scoperto da euro 25.000. Lei persiste a ritenere che non aveva problemi bancari prima della conoscenza delle persone di cui ha parlato prima?

Chiarell: ma guardi, questa lettera è di uno studio legale che io non so neanche chi sia, Sacchi Gabbiani, io non…

PRESIDENTE.: signor Chiarelli, non ha importanza che lei conosca o non conosca lo studio legale, il dato è lei aveva questa sofferenza nei confronti di questo istituto?

Chiarelli: io avevo un fido con la Banca Popolare Credito Varesino con cui trattavo e avevo intenzione di chiudere questo fido perché utilizzavo e non utilizzavo e avevo ottimi rapporti con la banca, col Credito Varesino, non avevo nessun tipo di problema economico con loro.

PRESIDENTE.: Chiarelli,guardi, lei deve rispondere alle domande con l’onesta’ che deve caratterizzare la posizione di un testimone, soprattutto quando è di fronte ad un determinato documento di un certo contenuto. Alla domanda del difensore che le ha chiesto se lei aveva delle difficoltà economiche lei ha detto di no. Adesso il difensore le sta contestando che qui c’è una comunicazione della Banca Popolare di Bergamo con cui le si dice preavviso di revoca dell’autorizzazione a emettere assegni e viene invitato a rientrare del pagamento di un determinato assegno bancario. Questo significa che lei ha una sofferenza, quindi lei no può dire che non è vero che non aveva problemi economici.

Chiarelli: non ricordo questa comunicazione Presidente, cioè io non ho ricevuto questa comunicazione sinceramente.

PRESIDENTE.: prego avvocato, vada avanti.

-Vianello: “…nel 2003 lei conosce delle persone ..”

Chiarelli: “…conosco il console il vice console e il commendatore onorario nonché direttore della banca Carige di Gallarate che a loro volta mi presentano la casa reale del Portogallo…e mi fanno conoscere questo principe…

-Vianello:”…questi signori si avvicinano e dicono noi rappresentiamo gli eredi al trono del Portogallo

-Chiarelli: “…mi promettono di avere una sistemazione…mi promettono di darmi degli appalti molto grossi e io essendo un ragazzo ambizioso che aveva un giro di affari molto proficuo …lavorava con un padre, un uomo che ha lavorato oltre 30 anni in questo settore..era una persona conosciuta aveva credito dappertutto con i miei fornitori con le banche …una vita serena …

Contestazioni:

Come gia detto prima è stato il Chiarelli ad avvicinarsi al signor Gervasi, che all’ epoca

non aveva alcun incarico dalla Real Casa. A maggior ragione il direttore della Carige dr. Resini che è stato insignito su richiesta di Gervasi e Malanchin dell’onorificenza della Real Casa di Portogallo di commendatore durante la Cerimonia tenutasi a Palermo in data 29 gennaio 2005. (precisamente 25 giorni prima di dimettersi dalla banca).Mentre il signor Chiarelli ha acceso il c/c nell’ ottobre 2004. Quindi è falso che i signori Gervasi e Malanchin si sono avvicinati al Chiarelli come persone che rappresentavano la Real Casa ( luglio 2004).

-Vianello: “…giustamente le hanno parlato di appalti grossi …insomma si è fatto la bocca …

-Chiarelli: “…mi sono allettato dal fatto di poter ingrandire il mio giro d’affari…

-Vianello:”…l’hanno portato dall’erede al trono in persona mi diceva

-Chiarelli: “ …si a Vicenza dal principe dom rosario Poidimani …da specificare dom Rosario Poidimani…mai a chiamarlo sig. Poidimani …principe…principe …a Vicenza nella sala del trono…

-Vianello: “…mi racconti un po…”

-Chiarelli:”…una cosa avveniristica…il trono con due poltrone laterali dove si sedeva il suo cavaliere e il suo colonnello …

-Vianello:”…e il principe stava sul trono?”

-Chiarelli: “…sul trono sul trono”

-Vianello: “…e l’ha ricevuto a corte?

-Chiarelli:” a corte”

-Vianello: ”…e allora lei si è fatto convincere da questo personaggio…”

-Chiarelli : ” ..mi sono fatto convincere perché…

-Vianello: ”…per l’oro zecchino che c’era intorno…

-Chiarelli: ”…no, dal direttore della banca che era un suo fido collaboratore …che comunque mi avevano promesso degli appalti molto grossi

Contestazioni:

1, Verbale del 29 luglio 2005, pag. 4, : ancora il Chiarelli afferma:

“Prima di procedere all’acquisto, il Gervasi ed il Malanchin mi chiesero se volevo fare da autista al Principe del Portogallo, Dom Rosario Poidimani, durante il meeting dell’ Istituto Internazionale di Relazioni Diplomatiche, che si sarebbe tenuto a Palermo. Io accettai e pertanto mi recai a Palermo alla guida di una macchina BMW di proprietà di società del Malanchin, insieme ad altri due autisti con altre due macchine. In tale occasione ebbi modo di conoscere il sedicente Principe, ricordo inoltre che accompagnavo persone, direttori di banche, etc. di cui non conosco l’identità…” ( questo meeting è stato il 29 gennaio 2005).

2, Udienza del 16 aprile 2009 : il Chiarelli durante l’interrogatorio avanti il Tribunale nulla del genere ha addebitato a Dom Rosario ed in piu’ mai ha parlato di questo trono sia avanti il Tribunale, sia nei 4 interrogatori che nelle 2 denuncie , come pure di promesse di appalti.

Vianello: “..lei si è fatto convincere da questo personaggio? Perché!” Risponde Chiarelli: “…no, dal direttore della banca soprattutto che era un suo fido collaboratore…che comunque mi avevano promesso degli affari molto grossi…importanti…dove io ho visto il mio futuro…mi hanno fatto aprire un conto corrente presso la CARIGE…e il direttore mi rassicurava quotidianamente che era tutto apposto…i soldi li ho messi io…i primi miei versamenti sono iniziati con circa 70.000 euro…poi ho proseguito con 50.000 dopodicché sono arrivato a circa 220.000 euro dei miei soldi…capitale mio. Avevo un fuori conto di circa 100.000 euro…questi soldi servivano per pagare i mobili del principe…per i loro sfarzi…”

Contestazioni:

Il Chiarelli mai ha dichiarato in tutti i suoi interrogatori e querele e avanti il Tribunale durante l’Udienza del 16 Aprile 2009 che Dom Rosario gli avesse promesso appalti grossi od altro.

Chiarelli “…mi avevano promesso di darmi…grandi lavori…mi facevano visionare degli immobili dove io mettevo la mia persona professionale…e davo dei preventivi…”,

incalza il Vianello: “…lei pagava una serie di cose alla Real Casa” e Chiarelli: “… a mia insaputa…il direttore gestiva il conto…e Vianello: allora lei pensava che il conto era pieno…e Chiarelli:mi ha dato una carta di identita’ diplomatica…e a un certo punto ho visto che quel conto si era svuotato” , “…praticamente totalmente…quasi 400.000 euro usati dallo staff del principe …senza che io lo sapessi…io ne sono uscito distrutto…

Contestazioni:

1, Verbale del 29 luglio 2005, pag. 3,: ed ancora il Chiarelli:

“Il Gervasi mi consigliò di aprire un conto corrente presso la Banca Carige, filiale di Gallarate, al fine di avere dei benefici economici tramite il fido che mi sarebbe stato concesso dal suo amico Direttore della filiale, sig. Resini Roberto. Mi recai presso la predetta banca e parlai con il Resini, il quale mi disse di stare tranquillo che mi sarebbe stato concesso un fido sul conto e che il Gervasi avrebbe controllato l’andamento dello stesso. Pertanto nell’ottobre 2004 accesi il conto corrente nr. 6294/80 intestato alla mia ditta, sul quale mi venne concesso un fido di euro 40.000”. Sempre con la promessa di ricevere dei benefici economici, sia il Gervasi che il Malanchin iniziarono nuovamente a chiedermi delle somme per la casua del consolato. Quindi iniziavo a prelevare contanti e ad emettere assegni su tale conto per somme di volta in volta richieste dai citati soggetti e che a loro consegnavo.

2, Verbale del 29 luglio 2005, pag. 4,: il Chiarelli continua affermando:

“I movimenti in uscita sul citato conto sono quasi tutti relativi a somme da me consegnate al Gervasi ed al Malnchin, per un totale da me calcolato in euro 200.000

3, Verbale del 29 luglio 2005, pag. 4, : continuando il Chiarelli:

“In data 03/02/2005, insieme con il sig. Resini Roberto, il sig. Leonardi Gaudenzio ed un tale sig. Brusita, mi recai presso il notaio Giacalone Nunzia di Novara, ove stipulammo l’ atto di acquisto dell’immobile, da me peraltro mai visionato fino a quel momento e l’accensione del mutuo presso la Banca Carige di Gallarate. Non ricordo di preciso il valore dll’immobile riportato nell’atto ma ricordo che il mutuo fu acceso per un importo di euro 95.000. Preciso che in questa occasione il sig. Resini consegnò in contanti al sig. Leonardi la somma di euro 20.000 quale pagamento a saldo dell’immobile da me acquistato, …”

“,,,Successivamente, sempre su richiesta del Gervasi, consegnai allo stesso altre somme tramite assegni bancari della Carige, sino ad arrivare ad uno scoperto di euro 50.000 comprensivi del fido”.

4,Verbale del 29 luglio 2005, pag. 3,: Chiarelli continuando:

“Ricordo che spesso alla consegna dei suddetti assegni mi veniva restituita in contanti una piccola parte dell’importo indaco sugli stessi”.

5, Verbale del 7 settembre 2005, pag. 1, : Chiarelli:

“Premetto che dopo aver preso contatti con il Gervasi per tentare di risolvere il problema di mio padre, sono stato attratto dalla possibilità di incrementare notevolmente la mia attività di costruttore edile in quanto Orlandi Pietro, mio conoscente nonché collaboratore di Gervasi Ugo e Malanchin Fabrizio, mi aveva assicurato che mi avrebbero fatto ottenere degli apalti per effettuare lavori edili. E proprio con questa speranza, rivelatasi poi una mera illusione, ho accettato tutte le loro proposte.

Attualmente, per colpa loro, sono in gravi difficoltà economica poiché ho un debito con la banca Carige di Gallarate 212.000 euro, costituito in parte dal mutuo di Euro 95.000 acceso su consiglio di Gervasi, Malanchin e dell’allora direttore della Filiale, dott. Resini,ed in parte dallo scoperto di conto corrente accumulato sul conto aperto, sempre dal Resini, a nome della mia ditta individuale CHIA EDIL di Chiarelli Emiliano, pari a 117.000.

Inoltre si intende far notare le gravissime difformita’ esistenti tra gli ineterrogatori e le querele del Chiarelli e quanto dichiarato dallo stesso durante l’Udienza del 16 aprile 2009 avanti il Tribunale di Busto Arsizio, durante la quale affermava cose radicalmente diverse, al punto che il Presidente è dovuto energicamente intervenire nel seguente modo:

Udienza del 16 aprile 2009, pag. 85-86 della trascrizione :

Avv. Dal Ben: stiamo parlando sempre del verbale, del primo verbale del 29 di luglio del 2005, il primo, a pagina 3 in fondo proprio gli ultimi periodi. “ Mi venne consegnato un fido di 40.000 euro” si ricorda su questo conto corrente? “ Sempre con la promessa di ricevere dei benefici economici sia il Gervasi che il Malanchin iniziarono nuovamente a chiedermi delle somme per la causa del consolato”. Se lo ricorda?

Chiarelli: mi chiesero e io negai e l’ho già detto anche prima, l’ho dichiarato anche prima al Pubblico Ministero, non sapevo di questi soldi che veniva presi dal conto.

PRESIDENTE.: andiamo piano.

Avv. Dal Ben: aspetti, allora le leggo l’ultimo periodo.

“ Quindi iniziavo- iniziavo – a prelevare contanti e ad emettere – emettere- assegni su tale conto per somme di volta in volta richieste dai citati soggetti e che a loro consegnavo”. Se lo ricorda?

Chiarelli: questi assegni… allora io ho dichiarato che questi assegni venivano emessi, ma non ero io che li emettevo, né li firmavo.

Avv. Dal Ben: scusi, porti pazienza, porti pazienza, ma l’italiano ha un significato, se io scrivo perché lei è che lo sottoscrive, quindi immagino che abbia riletto il contenuto, quando lei dice: “quindi iniziavo a prelevare contanti e ad emettere assegni” io capisco che è lei che prende l’iniziativa e a consegnare, lei li consegna materialmente, prima invece ha accreditato l’ipotesi che fosse Gervasi, Malanchin o chi altro a effettuare operazioni sul suo conto a sua insaputa?

Chiarelli: non ho accreditato l’ipotesi, era cosi. Io ho dichiarato di avere emesso questi soldi al Gervasi soltanto per quanto riguarda il pagamento dell’Esatri, per il resto , io l’ho detto anche prima, non ero a conoscenza di queste emissioni di contanti e di assegni che sono venuto dopo a sapere tramite la…

PRESIDENTE : si, ma l’avvocato le sta contestando quello che lei ha dichiarato alla Guardia di Finanza e siccome l’italiano ha delle sue regole ben strutturate, quello che emerge da quella lettura è diverso da quanto sta dicendo adesso.

Chiarelli: si, ho dichiarato..

Avv. Dal Ben: cosa significa…cioè consegnavo…

Chiarelli: consegnavo per quanto riguarda l’ESATRI, non è che io le consegnavo per quanto riguarda…

Udienza del 16 aprile 2009, pag. 91 della trascrizione :

Avv. Dal Ben: i 2000 euro in contanti?

Chiarelli: i 2000 euro in contanti…

Avv. Dal Ben: li ha consegnati o no?

Chiarelli: li ho consegnati io al Gervasi per quanto riguarda sempre l’Esatri, io il denaro che ho consegnato a Gervasi e Malanchin riguarda il fattore pagamento Esatri, io il denaro che ho consegnato a Gervasi e Malanchin riguarda il fattore pagamento Esatri, io altri denari per quanto riguarda il principe e quant’altro non li ho consegnati io personalmente, mi sono stati tolti, io di mia persona non ho consegnato nulla.

Avv. Dal Ben: allora scusi, le rileggo quello che ha detto: “Il giorno seguente…”

PRESIDENTE .: no, no, avvocato, è chiarissimo.

Avv. Dal Ben: è chiarissimo, i 2000 euro dovevano essere…

PRESIDENTE.: quello che sta scritto è chiaro, adesso il teste in udienza sta dicendo una cosa diversa.

Avv. Dal Ben: completamente diversa. Non insisto.

Chiarelli: che però Presidente è riscontrata.

Avv. Dal Ben: no, non è riscontrata.

PRESIDENTE.: signor Chiarelli, sarà anche riscontrata quanto si vuole, ma certo è che c’è una difformità tra quanto lei sta dicendo oggi e quanto sta verbalizzato e siccome noi siamo abituati a leggere i verbali e a sentire le testimonianze, ci consenta di dire che tutti qui percepiamo una difformità. Andiamo avanti.

Chiarelli: “…io sono andato da loro a protestare…” e Vianello: “…ha preso per il colletto reale il principe?… e Chiarelli:”…si, sono stato minacciato, fortemente minacciato…che avrei subito delle ritorsioni io e la mia famiglia…loro mi hanno detto non chiedere spiegazioni si sistemera’ tutto…sono arrivati a minacciarmi …che avrei avuto ritorsioni se fossi andato a mettere il naso…”

Contestazioni:

Mai addebitata una cosa cosi’ grave e assurda alla persona di Dom Rosario, come si puo’ dedurre dalle 2 querele, 4 interrogatori e da quello reso in Tribunale avanti ai Giudici il 16 aprile 2009. documenti tutti esistenti negli atti processualii. Persino ha negato una sua telefonata del mese di maggio 2005 fatta a Dom Rosario per metterlo a conoscenza di quanto gli stava accadendo.

Udienza del 16 aprile 2009, pag.63, la cui trascrizione è :

Avv.Conti: senta, ha mai riferito successivamente quando ha visto, ha saputo di tutta questa situazione bancaria e di tutti questi debiti, di questa gestione che secondo lei non era propiro corretta all’interno del consolato di Gallarate, l’ha mai riferito al Poidimani?

Chiarelli: Il Poidimani… non si poteva riferire al Poidimani, perché il Poidimani aveva un compito ben preciso era quello di chiamare…

PRESIDENTE.: abbia pazienza, è stata fatta una domanda semplice, dia una risposta semplice dicendo:” non l’ho riferito”

Chiarelli: no, non l’ho riferito questo

PRESIDENTE.: impariamo le risposte semplici

Chiarelli: scusi.

Avv. Conti: vediamo, provo a stimolare il ricordo, nel maggio 2005 non ha per caso.. ricorda di avere telefonato al Poidimani?

Chiarelli : no.

Vianello: ”… la cosa drammatica è che lei ne è uscito con le ossa rotte”. Chiarelli: ” ..io ne sono uscito distrutto…le ossa rotte è un qualcosa di semplice per un uomo…io a 30 anno ho la mia famiglia a lastrico e vivo quotidianamente umiliazioni … e Vianello: ”…ha debiti? Chiarelli: debiti, pignoramenti, ero una persona che godevo di credibilita’ e fiducia da parte di tutti …”

Leggere tutto quanto contestato al Chiarelli dall’Avv. Fabbri durante la deposizione testimoniale resa dallo stesso avanti il Tribunale di Busto in data 16 Aprile 2009 circa la di lui credibilita’ finiziaria in relazione a debiti, pignoramenti, etc.. Su questo argomento ed altro sono in corso delle indagini della difesa di Dom Rosario e sulle quali si riferira’ piu’ avanti, anche perché l’esito sara’ oggetto di altra Denuncia Penale alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, competente per materia e territorio.

VIANELLO: “ Poidimani lui racconta di essere venuto a Vicenza…”

ed Dom Rosario risponde : “..come autista” ed il Chiarelli risponde”…assolutamente no!” ed il Vianello: “ ..lui faceva l’imprenditore…” e Chiarelli: “…quando lei prendeva il denaro che le portava il dr. Resini…lei era pienamente al corrente che erano denari del conto corrente del sig. Chiarelli Emiliano…lei era pienamente al corrente di questo…lei sapeva perfettamente che io ero un tecnico e un professionista e un imprenditore…che dovevo fare lavori per la Real Casa del Portogallo…ricorda che lei doveva comprare a Novara i condomini per fare…ristrutturare un nuovo consolato…”

Non esiste da nessun atto processuale quanto sopra affermato falsamente dal Chiarelli ed a maggior ragione nulla è stato detto in merito, dallo stesso, durante la deposizione testimoniale del 16 aprile 2009 resa dallo stesso avanti il Tribunale di Busto Arsizio..

“..e Poidimani: …allora lei crede a quel calunniatore? e Vianello:..io credo a lui, pensi un po’! perché ci sono i documenti…ci sono le carte che parlano…quando lui è venuto nella sua reggia di Vicenza…”

Contestazioni:

Il Vianello sfacciatamente affermava di credere solamente al Chiarelli, in quanto era in possesso di documenti comprovanti quanto dallo stesso affermato in trasmissione alla presenza di 3098.000 telespettatori. Inoltre il Vianello affermava di avere le “…carte che parlano”. A questo punto viene spontaneo chiedere al Vianello ed al Chiarelli di mostrare TUTTE I DOCUMENTI E LE CARTE di cui loro parlano che riportano tutte le false e calunniose affermazioni fatte dagli stessi contro la persona di Dom Rosario. Per di piu’ che il Chiarelli e di conseguenza il Vianello che mostrino le ricevute bancarie dei versamenti ventilati dal Chiarelli di Euro 70.000+50.000, etc., nonché l’elenco delle sue tante ventilate proprieta’ dallo stesso possedute.

Il Chiarelli ed il Vianello trasmettevano ai telespettatori la consapevolezza che il Chiarelli avrebbe avuto svuotato il conto bancario, che a suo dire era bello pieno, a sua insaputa. Basta vedere, come gia’ scritto prima, che il Chiarelli era al corrente di tutto. Il Vianello ed il Chiarelli dicano e dimostrino dove ed in quali atti giudiziari si trovino le false e gratuite affermazioni relative alle minacce fatte al Chiarelli da parte di Dom Rosario, delle trattative di affari discusse con il Chiarelli seduto sul trono, che all’epoca del suo incontro con il Gervasi , il Malanchin ed il Resini questi avessero gia’ degli incarichi da parte di Dom Rosario, delle promesse di lavori precisati e bene elencati dal Chiarelli durante la trasmissione, etc.

Il Vinello continuando nella sua sfacciata ed irresponsabile ironia dimostrando di non voler per nessun motivo chiarire ogni cosa. In particolare Dom Rosario voleva far rilevare che quanto asserito dall’Ambasciata portoghese in Italia era del tutto falso, non solo perché smentito dallo stesso Ministero degli Affari Esteri portoghese, ma anche perché vi era stato un precedente con l’Ambasciata Portoghese a Londra ed era stato chiarito con tante scusa come risulta da documenti ufficiali pubblicati sul Sito della Real Casa di Portogallo.

Chiarelli: “…sono stato portato da lei dal sig. Gervasi e dal sig. Resini per fare degli affari…per avere degli appalti…degli immobili che venivano acquistati da lei in prima persona…lei mi proponeva di fare questi appalti in maniera grossa, percepiva grossi denari…per rilasciare queste carte di identita’…gia’ tutto dimostrato presso la Guardia di Finanza di Gallarate…è già tutto scritto…è già tutto provato…”.

Contestazioni:

Tutte le predette affermazioni sono radicalmente destituite da ogni fondamento. Basta leggere i 4 interrogatori e le 2 denuncie del Chiarelli, con particolar riferimento a quelle rese in data 16 aprile 2009 al Tribunale di Busto Arsizio .

…mentre una voce sottofondo facilmente percepibile, rispondente a quella dell’avv. Ruggio del Chiarelli, che gia’ piu’ volte aveva ripreso, come si puo’ notare dalla trasmissione, gli sussurrava: “…Emiliano non fare danni…”.

VIANELLO: ecco vorrei ricordare giusto cosi per storia che lei querelò anche Giuliano Ferrara, grandissimo giornalista prestigioso collega all'epoca perchè disse che lei non era l'erede al trono e lei ahimè l'ha persa quella causa

POIDIMANI: non ricordo di aver querelato Ferrara?

VIANELLO: no?vabbè cosi mi risultava da quello, sono informazioni che ci ha dato il legittimo erede all'inesistente trono

POIDIMANI: mi scusi, ma lasci stare...ma chi è il legittimo?l'usurpatore, u sur pa to re!

CONTESTAZIONE:

Innanzitutto si fa rilevare che mai vi è stato alcun processo, e dunque Dom Rosario non poteva perdere una causa inesistente!